Tirreno-Adriatico 2017, Sagan perfetto! Battuto Pinot

Peter Sagan ha vinto oggi la quinta tappa della Tirreno-Adriatico 2017. Il Campione del Mondo ha domato con grande maestria le rampe del muro di Fermo, lasciandosi alle spalle Thibaut Pinot (FDJ) ed un brillante Primoz Roglic (LottoNL-Jumbo). Gli italiani non riescono ad essere protagonisti nelle fasi cruciali della corsa con Michele Scarponi (Astana) migliore al traguardo con il quindicesimo posto e Vincenzo Nibali (Bahrain Merida) lontano dai primi. Nairo Quintana si conferma in testa alla classifica con 50” di vantaggio su Pinot ed un minuto su Rohan Dennis (BMC).

Il gruppo lascia Rieti ad alta velocità, ma nei primi 10 chilometri, tuttavia, nessuno riesce a trovare le forze e il coraggio per attaccare. A rompere il ghiaccio ci pensa Alexis Gougeard (Ag2r La Mondiale), il quale si lancia in una difficile azione solitaria, con l’auspicio di essere raggiunto da altri corridori. Raffaello Bonusi (Androni – Sidermec) prova a raccogliere l’invito portandosi dietro altri atleti, ma il gruppo non intende lasciare spazio e al chilometro 16 avviene il ricongiungimento generale. Situazione tuttavia molto fluida e poco dopo l’indomito Gougeard ci riprova assieme al solito Davide Ballerini (Androni – Sidermec), Marco Canola (NIPPO – Fantini) e Scott Thwaites (Dimension Data).

Il quartetto riesce a guadagnare una ventina di secondi, ma nel plotone continuano ad esserci movimenti fino a quando non riescono a prendere spazio Moreno Moser (Astana), Maxime Monfort (Lotto Soudal), Niki Terpstra (QuickStep Floors), Stephen Cummings (Dimension Data), Maurits Lammertink (Katusha – Alpecin), Gianni Moscon (Team Sky) e Filippo Ganna (UAE Fly Emirates). I sette riescono a riaccodarsi al quartetto al comando e al chilometro 30 si forma un drappello di undici battistrada. Nessuna squadra insegue e così il tentativo prende quota. Cesare Benedetti (Bora – Hansgrohe) tenta quindi di porre rimedio alla situazione provando a riaccodarsi ai battistrada, ma ormai è troppo tardi e dopo qualche chilometro all’inseguimento è costretto ad alzare bandiera bianca.

La corsa procede su ritmi elevati: il gruppetto al comando arriva ad un massimo di 3’15” dopo cinquanta chilometri, dimostrazione del fatto che i big non vogliono concedere molto spazio. In particolare è la Cannondale – Drapac, tagliata fuori dalla fuga, che si prende la responsabilità di condurre l’inseguimento, imponendo un ritmo sostenuto che riporta il distacco nell’ordine dei 2 minuti. Dopo il rifornimento di Ascoli Piceno si inizia a salire verso il GPM di Capo di Monte e l’accordo tra i battistrada salta. Lammertink e Gougeard decidono di andarsene da soli, mentre da dietro il plotone aumenta il ritmo fino allo scatto di Kanstantin Siutsou (Bahrain – Merida) e Simon Clarke (Cannondale – Drapac). I due si uniscono agli ex-fuggitivi, ma il distacco resta sempre piuttosto contenuto poiché in gruppo si viaggia davvero forte. A farne le spese è Adam Yates (ORICA – Scott) che, colpito da problemi allo stomaco, perde contatto ed è costretto al ritiro.

Dopo lo scollinamento, in gruppo avviene un ricongiungimento generale, ma la situazione non si placa. Scatti e controscatti tengono alta la tensione, provocando anche numerosi frazionamenti. Tra i più in difficoltà Bauke Mollema (Trek – Segafredo) che fatica a tenere le ruote dei migliori. Salendo verso Montelparo c’è lo scatto di Bob Jungels (QuickStep – Floors) e Mikel Landa (Team Sky). Il gruppo concede spazio e sui due battistrada rientrano lesti Mattia Cattaneo (Androni – Sidermec) e Tim Wellens (Lotto Soudal). Un’azione interessante e, a poco meno di 65 chilometri dalla conclusione, riescono ad ottenere un vantaggio di 1’20” nei confronti di un plotone forte di una sessantina di unità, condotto dagli uomini della Movistar.

L’inseguimento degli spagnoli, che trovano la collaborazione dalla BMC, si conclude a poco meno di 50 chilometri dall’arrivo con un nuovo ricongiungimento. Subito dopo, salendo per la prima volta verso Fermo, parte Michal Kwiatkowski (Team Sky). Il polacco è brillantissimo, mentre alle sue spalle nessuno riesce a fare la differenza e si procede a scatti. In vista del GPM l’azione dell’ex-campione del mondo si esaurisce, con la FDJ che prende in mano la situazione. Il plotone, decisamente ridotto, approccia al duro strappo di Capodarco compatto. Qui i primi a muoversi sono Fabio Felline (Trek – Segafredo) e Oscar Gatto (Astana), sui quali rientrano Rafal Majka (Bora – Hansgrohe), Tejay Van Garderen (BMC) ed un inesauribile Kwiatkowski. Anche per loro, tuttavia, non c’è la possibilità di solcare grandi differenze poiché il grosso del gruppo è sempre lì, a poche centinaia di metri.

Si ripropone quindi la stessa situazione vista in precedenza, con lo scollinamento che porta ad un rimescolamento delle carte in tavola. Si arriva nuovamente a Fermo, ma questa volta si affronta uno strappo decisamente più impegnativo, con pendenze superiori al 20%. Neanche a dirlo, il primo a rompere gli indugi è Kwiatkowski e questa volta è il leader Nairo Quintana (Movistar) a raffreddare gli spiriti dell’ex-iridato. Le energie spese gli impediscono di tenere a lungo e così la Sky gioca la carta Diego Rosa, il quale si muove assieme ad Alberto Rui Costa (UAE Fly Emirates) e Roman Kreuziger (ORICA – Scott). Il terzetto guadagna una manciata di metri e viene raggiunto in vista dello scollinamento da Damiano Caruso (BMC) e, poco dopo, dall’avanguardia del plotone.

In contropiede partono Vasilj Kiriyenka (Team Sky) e Luis Leon Sanchez (Astana), i quali sfruttano l’inizio della discesa per acquisire un buon margine. I due sono ottimi passisti e nel tratto in pianura seguente riescono ad acquisire un buon margine nei confronti di un plotone condotto dagli alfieri della FDJ. Ai piedi del nuovo strappo verso Fermo il vantaggio della coppia sfiora i 40 secondi e così è Rafal Majka a prendere in mano l’inseguimento. Il polacco riavvicina il plotone, mentre davanti Sanchez forza l’andatura e stacca Kiriyenka. Verso il culmine della salita Tejay Van Garderen scatta e si riporta sul battistrada, mentre Vincenzo Nibali (Bahrain – Merida) paga nuovamente dazio e si stacca. La nuova coppia di attaccanti, Sanchez e Van Garderen, cerca di gestire un margine esiguo nei confronti di un gruppo tirato da un esauribile Majka.

Margine che si esaurisce sulle prime rampe del penultimo muro. Sulle pendenze più dure è proprio Quintana a salire in cattedra, portandosi via altri sette avversari. Nel successivo tratto in falsopiano rientrano anche altri quattro corridori, tra i quali Peter Sagan. Sull’ultimo muro, i corridori di testa si controllano senza prendere l’iniziativa, con Sagan che parte al momento giusto beffando Pinot.

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